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INFO13 - Premio Billetta: chi era costui?

28-10-2022

Ciao Gio', fa caldo a Port Louis? Il Gianni adesso è nella sua Aruba e dice che in 'sto periodo il clima non gli piace mica tanto; invece il Roby è stato veramente fortunato, la villa a Nassau l'ha pagata una miseria e adesso chi lo vede più?

Tratteggiato il quadretto, poco bucolico e piuttosto benestante, ci possiamo figurare tre personaggi che, beatamente spaparanzati in luoghi ameni della terra, tra daiquiri e piacenti compagnie, decidono  se e quanto vessare i comuni mortali consumatori di Alluminio.

Se siano realmente tre non è dato sapere (personalmente dubito siano molti di più); di fatto c'è qualcuno che, sulla scorta di non si sa ben cosa, decide che il compratore grossista deve pagare un extra costo rispetto alla quotazione in USD all'LME per trasformare il possesso di titoli in materiale.

Il premio billetta appunto.

Per chiarire: decenni fa è stato introdotto un parametro di prezzo che, da definizione, è quanto l'estrusore deve sborsare per accedere alla consegna fisica delle billette, per far sì che il primarista gli consegni il semilavorato entro la data stabilita.
In altre parole, il prezzo delle nostre barre è composto dalla quotazione in borsa, in Europa dal cambio EUR/USD, dal premio, dai costi di trasformazione, dal calo di estrusione, e da costi accessori quali trattamento superficiale, imballo e trasporto.

L'incidenza del premio? Per anni tra i 400 e i 500 USD/ton, 50 centesimi al Kg, da quando il nostro metallo ha iniziato ad arrampicarsi sulla vetta della borsa, 2000 / 2200 USD/ton.
Una follia.
Una follia perché é vero solo parzialmente che va a coprire gli extra costi generati dal caro energia e dintorni sostenuti dai processi di estrazione del minerale, dalle prime trasformazioni e dall'annessa logistica.
Una follia perché, da definizione, è quanto si paga per tradurre in materia ciò che i proprietari di titoli in teoria già possiedono.
Una follia perché non c'è relazione diretta tra le oscillazioni di tutto quanto sopra e il suo andamento.

Soprattutto, una follia -speculativa- perché, mentre originariamente si narra fosse giostrato con finalità diametralmente opposta, cioè per calmierare l'eccesso di variabilità dei titoli cartacei / virtuali, da un anno e mezzo segue la curva dell'LME amplificandone gli effetti deleteri.
Altrimenti detto: sino a pochi anni fa se la borsa saliva troppo il premio scendeva un poco, così da contenere parzialmente l'impatto economico sull'industria; il viceversa per garantire marginalità a broker e simili; adesso i trend sono paralleli e ben conosciamo i risultati.

E' legge di mercato, c'è carenza di materiale, l'offerta non copre la domanda, il prezzo sale.

Certo, in borsa funziona così, ma il premio che c'entra, posto che alle origini il suo scopo era esattamente contrario?
E siamo proprio certi che l'Alluminio un paio d'anni fa abbia iniziato a scarseggiare? Stiamo esaurendo le scorte di uno dei minerali più presenti nella crosta terrestre? Le miniere chiudono perché l'energia necessaria all'estrazione e alle prime trasformazioni costa troppo? La domanda si é contratta e la marginalità deve essere garantita a tutti gli operatori del settore? Mah....

Se così fosse, non si spiega perché -a tutt'oggi- il prezzo del premio si aggira tra i 1600 e i 1800 USD/ton in Europa mentre in Turchia lo si paga tra i 900 e i 1100.
A meno di non dare per assunto che metà delle miniere di bauxite si trovino in Anatolia e che la medesima possa godere di fonti di approvvigionamento energetico a costo irrisorio rispetto a noi.

70-80 centesimi al Kg in meno da Istanbul a Brescia per un prodotto fittizio? Per un parametro imperscrutabile? Per un accessorio del prezzo insondabile ai più? Mah....

L'LME sta puntando i 2000 Dollari a tonnellata, o 2000 EUR (siamo alla parità), riportiamo il premio billetta a valori che rispecchino il criterio della logica et voilà, siori e siore, ecco a voi un Kg di Alluminio ben al di sotto dei 4 EUR!

Alla prossima,
Dellem

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