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INFO13 - Cronistoria e speculazione

12-08-2022

Negli ultimi dieci anni il massimo raggiunto in borsa dal nostro amato metallo è stato nell'ordine dei 2600 dollari per tonnellata (con un minimo attorno ai 1450 nel 2020 in ragione degli eventi nefasti).
Questa primavera ha superato i 3950, circa il 50% in più del precedente massimo storico, oltre il doppio della quotazione media degli ultimi 3-5 anni.

Il premio billetta è balzato dai 400-450 dollari/ton, valore attorno al quale è stazionato per circa un decennio, a circa 2200 per poi assestarsi, negli ultimi mesi, tra i 1700 e i 1850, circa quattro volte il giusto.
Teniamo ben presente questo differenziale, oggi più o meno 1300-1350 dollari rispetto alla norma: servirà in futuro per inquadrare il fenomeno che si sta vivendo da un paio d'anni.
E il cambio Eur/USD? Attorno a 1.1 a tarda primavera del 2020, un paio di balzi in area 1.2 a primavera 2021, discesa costante sino ad oggi con un recente balzello attorno alla parità; da qualche mesetto oscillazioni di qualche punto percentuale e nulla più.
I costi di trasformazione e -per coloro ai quali interessa- di anodizzazione, sono cresciuti anch'essi: legati ai maggiori oneri energetici, così come gli imballi e il trasporto, hanno fatto registrare un incremento tra il 20 e il 30% a seconda che si discorra di metallo grezzo ovvero anodizzato.

Adesso recuperiamo la tradizionale carta del formaggio, un lapis, e buttiamo giù due numeri attualizzati.
80-90 Eur/Ton di incremento dell'LME oltre a 50-60 Eur/Ton di maggiorazione per trasformazione, ossidazione e costi accessori: diciamo 1,5 Eur di aumento del prezzo riconducibile a fattori legati a un po' di speculazione e al costo dell'energia.

Tra parentesi: la speculazione in borsa sulla materia prima, quella vera, è quella che ha fatto sfiorare al metallo i 4000 USD/Ton, non quella che ha incrementato il prezzo di 800 USD/Ton rispetto agli ultimi tre anni addietro!

Negli ultimi dieci anni, anno più anno meno, la forbice del prezzo ha avuto scostamenti alternati di una decina di punti percentuali rispetto alla media calcolata sul medesimo lasso di tempo.
Altrimenti detto, la distanza di picco tra i minimi e i massimi storici è stata di 20 punti percentuali o giù di lì; quindi, in buona sostanza, un prezzo sostanzialmente stabile.
Se teniamo conto del contesto inflattivo che accompagna la nostra economia, sarebbe stato logico attenderci un incremento approssimativo del 25-30% dovuto a fattori naturali, mentre così non è stato.
Cioè a dire: gli 80 centesimi in più di oggi, cambi valutari a parte, non sono altro che un aggiornamento del listino, sono il groupage dei mancati aumenti dell'ultimo decennio applicati in unica soluzione.

Non è invece così né per il +300% del premio billetta, né per i 1500 USD di troppo dell'LME di pochi mesi fa: queste sono le vere speculazioni, queste sono le voci di costo ingiustificate.

In soldoni (è il caso di dirlo), a chiosa e azzardando un po': non stupiamoci se l'Alluminio grezzo dovesse assestarsi, terminata la buriana, attorno ai 3,7-4,0 Eur/Kg perché c'è caso che sia il suo prezzo corretto.

Alla prossima,
Dellem

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